Il più recente approfondimento sul Primo dizionario aereo italiano è il saggio introduttivo di Stefanelli alla ristampa anastatica del volume pubblicato nel 1929 dall’editore Morreale di Milano (Stefanelli 2015: v-xl [Il mito dell’aeroplano: una storia italiana]), in cui si ripercorrono le tappe salienti della storia dell’aviazione e della terminologia relativa. Per la biografia e l’attività di Filippo Tommaso Marinetti si rinvia, in particolare, alla relativa voce del Dizionario Biografico degli Italiani (Paglia 2008) (cfr. anche le voci allo stesso dedicate nell’Enciclopedia Italiana 1934 e nell’Enciclopedia on line, e il profilo di Marinetti nell’Annuario della Reale Accademia d’Italia 1931). Le informazioni su Fedele Azari si ricavano, in particolare, dalla tesi di laurea di Testa [s. a.], da Collarile 1992 e Collarile 2001 (studi citati in Stefanelli 2015: xxiv-xxviii). Alcuni cenni sulla biografia e l’attività di Marinetti e di Azari si trovano nella Nota dell’editore, Giuseppe Morreale, posta in chiusura del Dizionario aereo (Marinetti-Azari 1929: 155), e nell’edizione digitale Marinetti-Azari 2018: 8-24. Di Marinetti e di Azari si posseggono, inoltre, alcune foto in bianco e nero risalenti agli anni 20 e (del solo Marinetti) 30 (cfr. Marinetti-Azari 2018: 8, 16; Stefanelli 2015, fig. 3; Magaldi 1931: 194).
Il Primo dizionario aereo italiano, pubblicato nel 1929, è il frutto della collaborazione del fondatore del futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, e dell’aviatore Fedele Azari, futurista dal 1912 e primo Segretario nazionale del movimento nel 1924. Il volume nacque da un’idea di Marinetti che nel 1919 raccolse «un primo elenco di vocaboli italiani aviatorii», pubblicandoli nel giornale futurista «La Testa di ferro» e poi sottoponendoli al giudizio dell’amico Azari (così si legge nella prefazione degli autori al dizionario: 9). Quando il Dizionario aereo fu ideato, il movimento avanguardista di Marinetti, già celebre per aver redatto il primo Manifesto del futurismo nel 1909, stava diffondendosi sempre più capillarmente, interessando diversi ambiti e molte forme d’arte, attraverso la pubblicazione di numerosi manifesti programmatici che dettavano le norme estetiche di ciascun settore (dalla musica alla pittura, alla scultura, alla letteratura, al teatro e non solo): qui basti ricordare, tra i primi a firma di Marinetti, il Manifesto dei Drammaturghi futuristi del 1911 (Marinetti 1911) e il Manifesto tecnico della letteratura futurista del 1912 (Marinetti 1912). Proprio nel 1919 usciva Il Teatro Aereo Futurista, il primo dei quattro manifesti teorici di Azari (Azari 1919). Nato come fenomeno principalmente artistico, il movimento, tuttavia, si caratterizzò da subito anche come fattore politico, e ancora Marinetti fu autore di un Manifesto del Partito politico futurista, pubblicato l’11 febbraio 1918 (tutti i manifesti relativi alle varie espressioni in senso lato artistiche del futurismo sono raccolti in Caruso 1980 e in Drudi Gambillo-Fiori 1986). Nel dopoguerra, in Italia si ebbe un rapido e straordinario sviluppo dell’industria aerea, anche bellica (gli aerei erano stati largamente impiegati nel Primo conflitto mondiale), e sebbene ancora agli inizi degli anni 20 il primato della produzione industriale aeronautica fosse detenuto dalla Francia – motivo per cui la gran parte dei termini tecnici dell’aeronautica erano all’epoca francesi – di lì a poco l’Italia si sarebbe affrancata dalla produzione straniera seguendo un autonomo percorso di industrializzazione. Quando il Dizionario aereo venne stampato, nel marzo 1929, Marinetti diventava membro della Reale Accademia d’Italia (lo accenna l’editore Morreale del Dizionario aereo, nella Nota che chiude il volume: Marinetti-Azari 1929: 155). Intanto, le manifestazioni del futurismo si erano estese ad altri settori e gli appartenenti all’avanguardia avevano sperimentato innovative forme di associazione tra arti diverse, come le arti plastiche applicate alla botanica (si ricordi il secondo manifesto a firma di Azari, La flora futurista ed equivalenti plastici di fiori artificiali del 1924). Nell’arco degli anni 30 sarebbero stati redatti e pubblicati molti altri manifesti teorici futuristi, relativi ai più diversi ambiti, tra cui lo sport, la cucina, la fotografia, la radio, e si sarebbero sviluppate nuove forme poetiche, create ibridando arte e tecnologia (come la poetica dell’aeropoesia, formulata nel 1931, due anni dopo l’uscita del Dizionario aereo; ma si vedano anche l’aeroplastica, l’aeromusica, ecc., per rimanere nel campo delle associazioni artistiche con il settore dell’aviazione). È su questi presupposti teorici, nel contesto sociale e culturale a grandi linee descritto, che si deve ritenere ideato il repertorio di Marinetti e Azari. Per svincolare l’industria aerea italiana da quella straniera anche sotto il profilo linguistico, e quindi emancipare il linguaggio dell’aeronautica dalla dipendenza dai forestierismi (francesi), i due autori scelsero il mezzo del dizionario, come uno dei più efficaci per promuovere e unificare la terminologia aeronautica: un dizionario tecnico, rivolto quindi agli specialisti del settore, ma che allo stesso tempo, spiegando con «sintesi, chiarezza e precisione» le parole e le espressioni italiane dell’aeronautica, si indirizzava a «quanti direttamente od indirettamente s’interessano dell’attività aeronautica, vale a dire [la] quasi totalità del pubblico» (Marinetti-Azari 1929, Nota dell’editore: 155). A suggellare il primato italiano, e in particolare quello futurista, anche nel campo dell’aviazione e quindi della lessicografia “aeronautica” è il titolo scelto dai due estensori del repertorio, ossia Primo dizionario aereo italiano, titolo con cui si voleva sottolineare l’«importanza ed opportunità tempistica» del lavoro e celebrare, a un tempo, il «trionfo dell’Italianità» (ibidem).
Il Primo dizionario aereo italiano uscì in prima e unica edizione nel 1929, presso la casa editrice Morreale di Milano, fondata pochi anni prima (nel 1921) dal catanese Giuseppe Morreale, il quale oltre ad occuparsi di editoria, fu presidente e consulente delegato di alcune società industriali (una breve cronologia e altre informazioni sull’attività di Morreale si leggono sul sito: https://www.ltit.it/scheda/editore/morreale__544). Nel 2015 è stata pubblicata una ristampa anastatica dell’edizione del 1929, intitolata Primo dizionario aereo italiano (futurista), introdotta da un saggio di Stefanelli, Il mito dell’aeroplano: una storia italiana (Stefanelli 2015: v-xl), e illustrata da 21 immagini a colori e in bianco e nero. Nel 2018 è stata pubblicata una versione digitale del dizionario dalla casa editrice Cartabianca, introdotta da una Presentazione e da un profilo dei due autori, e corredata da 23 foto e da illustrazioni (cfr. Marinetti-Azari 2018).
Alcuni dei termini registrati nel dizionario di Marinetti-Azari, essendo in gran parte neologismi o prestiti da lingue straniere adattati all’italiano, si trovano contenuti anche in altri coevi repertori “moderni” e settoriali, come Barbaro dominio di Paolo Monelli (uscito in prima edizione nel 1933) e il Dizionario moderno di Alfredo Panzini (pubblicato per la prima volta nel 1905 e, al momento della stampa del Dizionario aereo, alla quinta edizione, uscita nel 1927) (un confronto tra le definizioni di alcuni lemmi registrati nel Dizionario aereo e i repertori di Monelli e Panzini è stato fatto da Stefanelli 2015: xxxv-xxxviii). La stessa Stefanelli ha proposto anche un raffronto tra gli elenchi di parole straniere e sostituzioni italiane stilati dalla Commissione costituita in seno alla Reale Accademia d’Italia, e le 29 voci francesi registrate nell’elenco posto dopo il lemmario del Dizionario aereo, e ha notato che solo 10 voci di quella lista vengono approvate e inserite negli elenchi dalla Commissione (ivi: xxxviii-xxxix).
Si può pensare che il Dizionario aereo abbia avuto una discreta fortuna fin dal momento della pubblicazione e che abbia funzionato come modello anche per la compilazione di imprese similari e più grandiose, come quella progettata dalla stessa Accademia d’Italia – di cui, come si è detto, Marinetti era membro dal 1929 – e curata da Giulio Bertoni, col titolo di Dizionario aeronautico (sulla scia del già realizzato Dizionario di marina). Tale impresa, tuttavia, fu solo iniziata e non portata a termine per il sopravvenire degli eventi bellici, ma di essa si posseggono alcuni lavori preparatori (schede e documentazione), oggi conservati all’Accademia dei Lincei di Roma, nel relativo archivio (si veda, a proposito, l’inventario a cura di Cagiano de Azevedo-Gerardi [s. a.]).
Il Dizionario aereo di Marinetti e Azari fu salutato «con viva simpatia e soddisfazione», per usare le parole di Enrico Pistolesi, recensore del dizionario nelle pagine del giornale «L’Aerotecnica» da lui diretto (Pistolesi era ingegnere presso la Direzione sperimentale dell’aviazione e tenente colonnello dell’aeronautica, e come membro dell’Accademia d’Italia avrebbe collaborato, in seguito, al progettato Dizionario aeronautico). Pur dissentendo sulla scelta di alcuni lemmi a preferenza di altri e segnalando, accanto a vocaboli «simpatic[i] e ben trovat[i]», l’inesattezza di certe definizioni «di carattere aerodinamico […] (come “linea di corrente”)» e l’inopportunità di altre che, come lo stesso Pistolesi scriveva, «lasciano a desiderare (come quelle relative al passo delle eliche, all’ortottero ecc.)», o addirittura «fanno arricciare il naso» (per es. picchiare, derapare, soffitto), il recensore riconosceva che il Dizionario aereo è «ben fatto, preciso nelle definizioni, ed anche assai completo» e il suo giudizio sull’opera era nel complesso «favorevole» (Pistolesi 1929: 647-48). In un articolo sulla terminologia aeronautica apparso su «L’ala d’Italia» il 5 febbraio 1931, l’ingegner Giulio Magaldi insisteva sull’urgenza di porre fine al «confusionismo» in cui si trova il linguaggio dell’aeronautica, dove convivevano tumultuosamente un gran numero di termini «in parte coniati di pianta specialmente nelle lingue straniere – e da queste, purtroppo, riportate spesso nella nostra o di peso, o con cattive italianizzazioni – oppure prese da altre branche, quale specialmente quella marinaresca». Proseguiva Magaldi: «Anche senza voler essere rigidamente puristi, anche limitandosi ad un nazionalismo linguistico non tirannico, è logico e doveroso per chiunque senta la dignità della Patria e della lingua nazionale (e gli aeronautici non sono in questo secondi a nessuno) dare una veste chiara, precisa, corretta al discorso aeronautico, bandirne le parole ostrogote, appropriare un termine ad ogni concetto, un concetto ad ogni termine». Nel menzionare quanti avevano affrontato apertamente la questione «gettando preziose fondamenta su cui non v’ha dubbio che l’edificio della terminologia aeronautica italiana potrà rapidamente e saldamente ergersi», Magaldi ricordava l’«utile» e «pregevole» dizionario di Marinetti e del compianto Azari (scomparso nel 1930), riconoscendo a quello strumento, più che ad altri metodi, «il vantaggio di costituire una fonte ed un appoggio linguistico completo, accessibile a tutti, di facile consultazione» (Magaldi 1931: 846).
Sulla copertina dell’edizione del 1929 (rilegata in cartone rigido) sono riportati, a grandi lettere in stampatello, il nome degli autori – prima quello di Marinetti, a cui si deve la raccolta dei termini registrati nel repertorio, poi quello di Azari, l’aviatore che si occupò di revisionare i vocaboli –, quindi il titolo del dizionario, l’editore e il luogo di pubblicazione. Sulla quarta di copertina gli stessi dati vanno a formare il disegno di un aereoplano (disposto in verticale con l’elica in alto e la coda in basso), secondo i canoni stilistici del “paroliberismo” prescritto dal movimento di Marinetti, senza investire il legame sintattico-grammaticale delle frasi, il quale è, appunto, rispettato, ma la disposizione del testo nella pagina. Proprio con l’immagine dell’aeroplano si apre il manifesto programmatico futurista, pubblicato da Marinetti nel 1909, in cui si declama «[…] il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta» (Marinetti 1909, punto 11). Ed è ancora l’«elica turbinante», nel Manifesto tecnico della letteratura futurista (Marinetti 1912), a suggerire addirittura allo scrittore le norme della rivoluzione poetica e linguistica, improntata allo svincolamento dai canoni della tradizione e dominata dalle leggi della velocità (nel successivo scritto programmatico dal titolo evocativo, L’immaginazione senza fili e le parole in libertà, dell’11 maggio 1913, Marinetti parla di «rivoluzione tipografica»: cfr. Marinetti 1913).
Dopo l’occhiello in cui è riportato il titolo del volume, in terza pagina si trova il frontespizio contenente gli stessi dati della copertina (ma accanto all’anno di pubblicazione è aggiunto l’anno secondo la numerazione dell’era fascista: «1929-Anno VII»; per il luogo di pubblicazione è indicato anche l’indirizzo postale dell’editore). Nella pagina seguente si specifica la «Proprietà Riservata e Depositata a Termini di Legge» dell’opera e il «Copyright» dell’editore Giuseppe Morreale, con la specificazione, in calce, che il volume è stato stampato per i tipi delle Officine Grafiche dell’editore milanese.
A livello paratestuale il vocabolario (un volume tascabile di 157 pagine) si compone di alcune pagine di prefazione, una pagina di Avvertenze, il lemmario, un breve elenco di Voci straniere maggiormente in uso e corrispondenti voci italiane, un Elenco analitico delle voci raggruppate per tema, una Nota dell’editore e l’Indice del volume.
Introduce il vocabolario una sorta di prefazione del repertorio, che porta la firma dei due autori ed è datata «Milano, 1929» (Marinetti-Azari 1929: 9-12). Vi si spiega la storia di tale dizionario, frutto, come si è detto, di un’idea di Marinetti che nel 1919 raccolse «un primo elenco di vocaboli italiani aviatorii», pubblicandoli nel giornale futurista «La Testa di ferro» e sottoponendo quindi il repertorio al giudizio di Azari. Si elencano quindi i quattro obiettivi, dichiaratamente raggiunti dai due autori del dizionario, spiegati uno per uno nelle successive pagine della prefazione: «1°) Italianità assoluta di tutti i vocaboli. | 2°) Chiarezza inequivocabile anche ai fini di una pronta volgarizzazione. | 3°) Precisione tecnica per renderlo utile anche ai tecnici. | 4°) Vitalità parlata, in quanto i vocaboli prescelti sono effettivamente in uso fra gli aviatori») (ivi: 9). L’«italianità di tutto il vocabolario» – obiettivo che «è sembrato a molti irraggiungibile» data la cospicua presenza di termini stranieri, e precisamente francesi, nel lessico aeronautico, per via del primato della Francia nell’industria aeronautica, ancora negli anni 20 – è invece una caratteristica del Dizionario aereo, che per definire concetti, elementi e attività afferenti all’aeronautica registra voci e locuzioni italiane, senza ricorrere a termini ed espressioni francesi (si fa l’esempio di hangar, gauchissement, cloche, bequille; si precisa, d’altra parte, che altri vocaboli scelti per la compilazione del Dizionario aereo, come aeroplano, decollare, planare, «possono sembrare francesismi» ma sono invece «italianismi ripresi ai francesi» [ivi: 9-11]: sulla questione si veda più avanti la sezione dedicata alla Macrostruttura). La «chiarezza inequivocabile», secondo obiettivo del dizionario, è da intendersi come desiderio degli autori di registrare i termini più rispondenti, anche etimologicamente, alla cosa o al concetto descritti (perciò, come si legge, i due autori si oppongono, per esempio, all’errato uso dannunziano di velivolo per ‘aeroplano’ e ‘idrovolante’, essendo tale vocabolo derivato dal latino velivolus e quindi da riferirsi unicamente all’«apparecchio da volo a vela» [ivi: 11]). La «massima tecnicità», soprattutto nelle definizioni, è ricercata per rendere il repertorio uno strumento «utile anche ai tecnici», data la sempre maggiore popolarità, in quegli anni, dei termini dell’aviazione. Un’ultima caratteristica del Dizionario aereo è quella di registrare la «vitalità parlata», dunque i vocaboli effettivamente vivi nell’uso, escludendo i vocaboli «arzigogolati, antiquati, pedanti oppure ostici nella pronunzia e perciò nati morti» (Azari-Marinetti 1929: 12). A tal proposito, si sottolinea l’originalità e la modernità del Dizionario aereo, a dispetto di tanti altri «dizionari detti moderni» in cui «si trovano mal definiti o inesistenti i vocaboli aeroplano, dirigibile, fusoliera, ecc.» ma che registrano vocaboli fuori d’uso e peregrini (ivi: 12-13) – il riferimento immediato è al repertorio di Panzini. Si rivendica quindi il primato del futurismo nel campo dell’aviazione e della lessicografia dedicata a questo settore, essendo il Dizionario aereo il primo (lo si specifica anche nel titolo) «che appare nel mondo mentre si inizia l’era del volo e va sorgendo il linguaggio aereo caratteristico delle nuove generazioni» (ivi: 13).
Precede il lemmario una pagina di Avvertenze (ivi: 15), in cui si forniscono delle indicazioni per la consultazione dell’opera. Si precisano i criteri seguiti nella compilazione (sono talvolta scritte in corsivo le voci del dizionario che ricorrono spesso nelle definizioni e che si possono trovare a loro volta definite nel repertorio: per es. «aereo» nella definizione del lemma abbattere) e l’ambito lessicale considerato per descrivere il «motore e le sue parti» (il riferimento è al «motore a scoppio», in quanto universalmente adottato in navigazione aerea, e le parti del motore menzionate sono «quelle principali che formano la sua struttura esterna e, come tali, fanno parte della struttura interna dell’aereo»). Si avverte, infine, che il dizionario è corredato da due elenchi, l’uno, alfabetico, di 29 parole straniere (francesi), l’altro, analitico, delle voci contenute nel lemmario.
Il lemmario, che si sviluppa in poco più di un centinaio di pagine (da abbattere a zoccolo), si compone di 581 lemmi (359, se si considerano sono i lemmi effettivi, escludendo quindi dal calcolo quelle voci che in un normale dizionario si troverebbero a rigore nel corpo della definizione e non a lemma) (ivi: 17-129; cfr. Stefanelli 2015: xxxii-xxxiv).
Dopo il lemmario è posta una pagina di Voci straniere maggiormente in uso e corrispondenti voci italiane (ivi: 133), in cui sono elencati in ordine alfabetico 29 termini francesi (da ballonet a vrille, in grassetto, nella colonna sinistra) e la loro traduzione italiana (nella colonna di destra). Tutti i lemmi registrati si ritrovano raggruppati per tema in un Elenco analitico delle voci (collocato subito dopo le Voci straniere) e, all’interno di ciascuna sezione tematica (per es. aeronautica generale, aerodinamica, mezzi aerei e macchine affini, volo a vela, paracadute, personale aeronautico, ecc.), sono disposti in ordine alfabetico (ivi: 137-53).
Chiude il dizionario, prima dell’Indice finale, una Nota dell’editore datata «Marzo 1929-VII», in cui Morreale presenta il Dizionario aereo, elogiando l’«importanza ed opportunità tempistica» di questo «lavoro Italianissimo», e offre un breve ritratto dei due compilatori e amici, Marinetti, il capostipite di tutte le rivoluzioni artistiche dell’epoca, soprannominato anche per questo «Caffeina d’Europa», ed Azari, pilota di guerra e iniziatore dell’aviazione civile nell’immediato dopoguerra, i quali insieme formano «il più felice binomio tecnico-letterario che poteva accingersi al compimento di quest’opera di sintesi, di chiarezza e di precisione» (ivi: 155).
Il Dizionario aereo registra voci e locuzioni italiane del lessico aeronautico. Un primo elenco di vocaboli «aviatorii» italiani, poi confluiti nel dizionario, era stato raccolto, come si è detto, da Marinetti nel 1919 e pubblicato sul giornale futurista «La Testa di ferro» (cfr. Marinetti-Azari 1929: 9). Marinetti affidò poi la revisione dei vocaboli raccolti alle competenze di Azari, copilota istruttore e parolibero futurista, così da garantire, insieme alla precisione e al rigore tecnico delle definizioni, l’effettiva diffusione nell’uso vivo dei vocaboli registrati.
Il repertorio conta in totale 581 entrate. È stato osservato, tuttavia, che alcune voci e locuzioni che in un normale dizionario si troverebbero nel corpo della definizione, sono invece inserite a lemma (cfr. Stefanelli 2015: xxxii-xxxiii). Per esempio, le varie tipologie di volo, definite da specifiche polirematiche (volo a vela, volo d’allarme, ecc.) non trovano spiegazione nella definizione della parola volo da cui derivano, ma sono lemmatizzate in entrate distinte (ben 14). In base a questa osservazione, il numero complessivo dei lemmi del repertorio va ridimensionato considerando che i lemmi veri e propri (escluse quindi quelle parole che a rigore dovrebbero trovarsi nel corpo della definizione) sono effettivamente 359.
Nel Dizionario aereo non sono lemmatizzate solo singole parole, ma anche polirematiche, e addirittura lettere, la T e la V, per il particolare significato che assumono nel lessico aeronautico (la T è «un segnale convenzionale a forma di T che indica agli aerei la possibilità di atterraggio» e la V ha significato nella locuzione ali a v – a cui lo stesso lemma rinvia – che «sono quelle disposte in modo che, guardando l’apparecchio di fronte, formano un V molto aperto»). Sono incluse nel repertorio perfino voci onomatopeiche (come bum, «che esprime i rimbalzi subiti talvolta dall’apparecchio durante atterraggi od ammaraggi eseguiti imperfettamente oppure ostacolati dall’irregolarità del terreno o dalle onde»; si veda anche la locuzione, a lemma, prendere dei bum) e qualche «parola convenzionale», ossia esclamazioni impiegate nel gergo dei piloti (per es. contatto! e tolto!, parole di analogo significato usate «durante la manovra di avviamento del motore fra pilota e motorista per confermare che è stata data la corrente di accensione»).
Molte delle parole registrate sono derivati (per es., tutte quelle che derivano da aereo: aerodinamica, aerodromo, aerofotografia, aerofotogrammetria, aeronauta, aeroporto e altre, quasi tutte neologismi dell’epoca, alcuni coniati dai futuristi; e ancora ammaraggio, navicella, seggiolino, ecc.). A lemma vi sono anche parole composte risultanti dalla fusione di due morfemi italiani (es. parasole, paracadute, poggia testa, tagliavento, ecc.), ma anche composti neoclassici, che combinano elementi ripresi dal greco o dal latino o da entrambi i sottoinsiemi (come aerostato, biplano, catapulta, idroplano, semirigido, statoscopio, tachimetro, telecomando, velocimetro, ecc.). Tra le parole registrate ve ne sono alcune risemantizzate secondo il gergo aviatorio, come ala, anfibio, candela, culla, pinguino, pinna, ecc. (cfr. Stefanelli 2015: xxxiii-xxxiv).
Nel vocabolario si rintracciano anche alcuni prestiti dal francese, come aeroplano, decollare, planare, in riferimento ai quali, per rivendicarne l’italianità, gli estensori del repertorio avvertono che «possono sembrare francesismi», ma sono «invece vocaboli moderni formati con radici latine ai quali la più rapida volgarizzazione dell’aviazione in Francia ha dato una priorità cronologica, quindi non sono altro che italianismi ripresi ai francesi» (Marinetti-Azari 1929: 9-11).
Il lemmario del Dizionario aereo si presenta come una lista di lemmi indicizzati in stampatello minuscolo e grassetto, a caratteri grandi, e disposti in ordine alfabetico. Diversamente dai dizionari della lingua, per i lemmi e per le voci che si trovano nelle definizioni non sono date né indicazioni di pronuncia né informazioni grammaticali. Non vi sono esempi d’uso. Per ogni lemma è fornita una spiegazione tecnica e precisa, e in genere sintetica (gran parte delle definizioni sono di una, due, tre righe al massimo, come quelle di aereo, aeronauta, ammarare, anitra, avvitarsi, biplano, biposto, camuffamento, capovolgersi, carico, castello, decollaggio, idro, paracadutista, pilotare, pinguinare, propulsore, riattaccare, sbocciamento, scivolata, scorta, spiralare, svergolare, svitarsi, tachimetro, travatura, triplano, tuffo, veleggiare, velocità ascensionale, velocità iniziale, virata, volo, volo di scorta, volo planato, zoccolo, ecc.). Solo in certi casi la definizione è più dettagliata e si estende per più righe: per esempio, per voci come carlinga, compensazione, elicottero, leva, stabilizzatore, T, timone compensato, volante, ecc. Per pochi lemmi, invece della definizione si trova un rinvio interno ad altro lemma, introdotto da «vedi:» (e precisamente per caduta e caduta in aria, compensare, drago, imbarcata, piano, piano inclinato, prendere dei piattelli, prendere un’imbardata, sbocciare, scivolare, trasvolata, lo stesso lemma V, volo di ricognizione), oppure un rimando ad un lemma di analogo significato, introdotto da «come:» (per es., s.v. derivometro si legge «come: indicatore di deriva»; si vedano anche le voci impegnarsi, interruttore, peso utile, piano di direzione, piano di stabilità, riduttore, velocimetro, velocità effettiva, velocità relativa, vite, volo librato). I rinvii interni si possono trovare però anche nel corpo della definizione, dopo la spiegazione del lemma (separati da una lineétta). Inoltre, alcune voci del dizionario che ricorrono spesso nelle definizioni sono scritte in corsivo, «specialmente quando è utile per una chiara comprensione, consultarne a parte le singole definizioni» (Marinetti-Azari 1929, Avvertenze: 15).
Il Primo dizionario aereo italiano è uscito in prima e unica edizione nel 1929. Non è mai stato riedito. Nel 2015 è stata pubblicata una ristampa anastatica dell’edizione del 1929, introdotta da un saggio di Stefanelli, Il mito dell’aeroplano: una storia italiana (Stefanelli 2015: v-xl) e illustrata da 21 immagini a colori e in bianco e nero. Nel 2018 è stata pubblicata una versione digitale del dizionario dalla casa editrice Cartabianca, introdotta da una Presentazione e da un profilo dei due autori, e corredata da 23 foto e da illustrazioni (cfr. Marinetti-Azari 2018).
voce Emilio (Filippo Tommaso) Marinetti, in Annuario della Reale Accademia d’Italia, II, 1929-1930, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1931: 207-09.
Lucia Collarile, Fedele Azari. Una vita vissuta futuristicamente, Trento, ed. Museo Aeronautico G. Caproni, 1992.
Lucia Collarile, voce AZARI Fedele, in Ezio Godioli (a cura di), Il Dizionario del Futurismo, Firenze, Vallecchi, 2001, 2 voll., vol. I: 90-91.
voce MARINETTI, Filippo Tommaso, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1934.
https://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-tommaso-marinetti_(Enciclopedia-Italiana)/
voce Marinétti, Filippo Tommaso, in Enciclopedia on line, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana.
https://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-tommaso-marinetti/
Luigi Paglia, voce MARINETTI, Filippo Tommaso, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 70 (2008).
https://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-tommaso-marinetti_(Dizionario-Biografico)/
Filippo Tommaso Marinetti, Fedele Azari, Primo dizionario aereo italiano (futurista), ristampa anastatica del volume pubblicato nel 1929 da Editore Morreale, Milano, con un saggio introduttivo di Stefania Stefanelli [Il mito dell’aeroplano: una storia italiana], e con 29 foto, Firenze, apice libri, 2015.
Deborah Testa, Il lessico dell’aeronautica nel Primo Dizionario Aereo Italiano, tesi di laurea discussa presso l'Università di Roma “La Sapienza”, relatrice Prof.ssa Valeria della Valle.
Fedele Azari, Il Teatro Aereo Futurista. Il volo come espressione artistica di stati d’animo, Milano, Direzione del Movimento Futurista, 11 aprile 1919.
https://www.memofonte.it/files/Progetti/Futurismo/Manifesti/II/119.pdf
Filippo Tommaso Marinetti, Fondazione e Manifesto del futurismo, «Le Figaro», 20 febbraio 1909.
https://archive.org/details/f.t.-marinetti-fondazione-e-manifesto-del-futurismo-1909
Filippo Tommaseo Marinetti, Manifesto dei Drammaturghi futuristi, Milano, Redazione di «Poesia», 11 gennaio 1911.
https://archive.org/details/f.t.-marinetti-manifesto-dei-drammaturghi-futuristi-1911
Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto tecnico della letteratura futurista, Milano, Direzione del Movimento Futurista, 11 maggio 1912.
Filippo Tommaso Marinetti, L’immaginazione senza fili e le parole in libertà, Milano, Direzione del Movimento Futurista, 11 maggio 1913.
Filippo Tommaso Marinetti, Fedele Azari, Primo dizionario aereo italiano, edizione digitale con una Presentazione dell’editore e un profilo degli autori (Filippo Tommaso Marinetti e Fedele Azari), corredata da 23 foto e da illustrazioni di Marcella Mencherini, Bologna, Cartabianca, 2018.
Archivio dell’Accademia della Crusca, Firenze, "Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010)", serie IV. Persone, sottoserie 1. Autori e Personalità, fascicolo 7. Persone (Man-Mig) [busta 1804], sottofascicolo 64. Marinetti, Filippo Tommaso, 1924-1995 [scheda a cura di Irene Rumine].
https://www.adcrusca.it/theke/schedaoggetto.asp?idgestore=4&idoggetto=30683&file_seq=1
Paola Cagiano de Azevedo, Elvira Gerardi, Reale Accademia d’Italia, Archivio del Dizionario aeronautico, Roma, Accademia dei Lincei, s. a.
https://www.lincei.it/sites/default/files/attachments/Dizionario_aeronautico.pdf
Manifesti proclami interviste e documenti teorici del futurismo 1909-1944, a cura di Luciano Caruso, Firenze, SPES, 1980, 4 voll.
Maria Drudi Gambillo, Teresa Fiori, Archivi del futurismo, De Luca editore-Arnoldo Mondadori Editore, Roma-Milano, seconda edizione, 1986, 2 voll.
Giulio Magaldi, Terminologia aeronautica. Le basi tecniche, in «L’ala d’Italia», 2 (febbraio 1931): 845-46.
Enrico Pistolesi, recensione a F. T. Marinetti-F. Azari – Primo dizionario aereo. Editore Morreale, Milano – L. 12, in «L’Aerotecnica. Giornale ed atti dell’“Associazione Italiana di Aerotecnica”», IX, 8 (gennaio-febbraio 1929-VII): 647-48.