Marinetti, Filippo Tommaso

1876-1944

Tipologia

Persona

Luoghi

Alessandria d’Egitto, Pavia, Genova, Parigi, Milano, Roma, Etiopia, Russia, Venezia, Cadenabbia e Bellagio (Como)

Qualifiche

Scrittore; poeta; romanziere; drammaturgo; fondatore del futurismo.

Attività

Marinetti compì i suoi studi ad Alessandria, quindi a Parigi, affermandosi come poeta di lingua francese. Trasferitosi a Milano, nel 1905 fondò la rivista «Poesia» e pose le basi del movimento futurista, che sarebbe stato costituito ufficialmente con Fondazione e Manifesto del Futurismo, apparso in francese, il 20 febbraio 1909, sulla rivista parigina «Le Figaro». Redasse molti manifesti tecnici programmatici del futurismo e fu autore di numerose opere, in particolare romanzi, poemi e racconti, tra cui Zang Tumb Tumb (1914), L’alcova d’acciaio (1921), Novelle colle labbra tinte (1931), Spagna veloce e toro futurista (1931), L’Aeropoema del Golfo della Spezia (1935). Sul versante politico e sociale, Marinetti fu sostenitore di un’intensa campagna interventista, per cui organizzò una serie di manifestazioni a favore dell’entrata in guerra dell’Italia, e partecipò attivamente al Primo conflitto mondiale, rimanendo più di una volta ferito e ottenendo riconoscimenti e medaglie al valore militare. Nel primo dopoguerra, partecipò alla vita politica redigendo il Manifesto del Partito politico futurista (1918). L’impegno politico, così come quello letterario e propagandistico, si protrasse per tutto l’arco della vita di Marinetti. Negli anni del Secondo conflitto mondiale, fu ancora impegnato in opere di propaganda e di sostegno allo sforzo bellico, e continuò la sua attività di scrittore e romanziere. Compose i suoi due ultimi poemi autobiografici (La grande Milano tradizionale e futurista e Una sensibilità italiana nata in Egitto) nel 1942, due anni prima della morte, il 2 dicembre 1944. Per un approfondimento sulle attività e sulla bibliografia di Marinetti, si rinvia, ancora una volta, a Paglia 2008 (cfr. anche le voci su Marinetti nell’Enciclopedia Italiana 1934 e nell’Enciclopedia on line, e Marinetti-Azari 2018: 8-15). Copie di alcuni scritti di Marinetti e di studi su tale autore sono conservati nel “Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010)” dell’Accademia della Crusca (cfr. AACF1804, f. 7, s.f. 64).

Storia

Le notizie principali sulla vita e sulle attività di Marinetti sono ricavate dall’ampia e dettagliata voce del Dizionario Biografico degli Italiani curata da Paglia 2008, a cui si rinvia per ulteriori approfondimenti (cfr. anche le voci dedicate a Marinetti nell’Enciclopedia Italiana 1934 e nell’Enciclopedia on line). Si veda, inoltre, il profilo di Marinetti nell’Annuario della Reale Accademia d’Italia 1931 e la descrizione dell’autore in Marinetti-Azari 2018: 8-15.

Filippo Tommaso Marinetti (pseudonimo di Emilio Angelo Carlo Marinetti), nacque ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876. Nel 1888 iniziò a frequentare ad Alessandria il collegio St. François-Xavier dei padri gesuiti francesi. Si stabilì poi a Parigi, città che sarebbe diventata per lui un costante punto di riferimento, dove conseguì il baccalauréat, il 13 luglio 1894. Rientrato a Milano dalla famiglia (nella casa di via Senato n. 2), seguì i corsi di giurisprudenza all’Università di Pavia e poi in quella di Genova, dove si laureò il 17 luglio 1899 (nel 1895 era prematuramente scomparso il fratello maggiore, Leone). Raggiunse nuovamente la famiglia a Milano, dando avvio alla sua attività di poeta, scrittore e promotore culturale, che intensificò progressivamente, in particolare tra Parigi e Milano. Nel 1902, l’anno in cui uscì il suo primo volume (La conquête des étoiles, Paris), perse la madre alla quale era molto legato. L’«entusiasmo nei confronti della modernità» (Stefanelli 2015: xl) e la capacità di intrattenere un’ampia rete di rapporti con personalità anche diverse tra loro, resero Marinetti «un polo di attrazione per scrittori e poeti di varia collocazione artistica». Nel luglio 1923 sposò Benedetta Cappa, pittrice e scrittrice che aveva conosciuto nel 1918 nello studio di Balla, e l’anno successivo si trasferì con lei a Roma. Sebbene il «disprezzo della donna […] in antitesi all’esaltazione della guerra» fosse uno dei tratti fondanti del pensiero marinettiano, almeno in quella fase, i rapporti di Marinetti con la moglie furono «improntati sempre alla massima delicatezza e tenerezza (testimoniate nelle Poesie a Beny [Torino 1971, ma composte tra il 1920 e il 1938]), così come la sua figura di padre affettuoso delle tre figlie», Vittoria, Ala e Luce. Affetto da una grave forma di ulcera duodenale, tra il 1939 e il 1940 subì un complicato intervento chirurgico e durante la prolungata convalescenza si accostò alla religione cattolica e ai sacramenti. Sebbene le sue condizioni di salute fossero precarie, si arruolò volontario e andò a combattere in Russia. Rientrò a Roma alla fine di novembre del 1942 e, pur sofferente di miocardite, continuò la sua attività di scrittore. Nell’ottobre 1943 si trasferì a Venezia con la moglie e le figlie, e poi sul lago di Como, prima a Cadenabbia e infine a Bellagio, dove morì il 2 dicembre 1944.

Opere collegate
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