Azari, Fedele

1895-1930

Tipologia

Persona

Luoghi

Pallanza (Novara), Torino, Milano

Qualifiche

Aviatore; aeropittore; scrittore.

Attività

Compiuti gli studi universitari nel capoluogo piemontese, Azari si avvicnò al movimento futurista, entrando a farne parte nel 1912. Con l’ingresso dell’Italia in guerra, nel luglio 1915 si arruolò come volontario nel Battaglione Aviatori e nel giugno 1916 ottenne il brevetto di pilota su apparecchio Farman 14. Dopo aver conseguito la laurea in legge, nel 1919 pubblicò il primo dei suoi quattro manifesti teorici futuristi, Il Teatro Aereo Futurista, col sottotitolo Il volo come espressione artistica di stati d’animo (Azari 1919) – sintagma, quest’ultimo, ripreso «dal titolo di un ciclo di dipinti di Umberto Boccioni che Azari ammirava» (Stefanelli 2015: xxvii). Nell’aprile 1921 costituì insieme a Mario Gastaldi la Società Italiana di Aviazione Civile (S.I.A.C.), la prima società italiana ad avere il permesso di trasportare passeggeri civili a scopo turistico e di eseguire voli di propaganda, aerofotografia e aerocinematografia. «[D]urante le sue trasvolate scattò immagini fotografiche – secondo la tecnica appresa durante la guerra – di straordinario impatto, che preludono ai successivi sviluppi pittorici»: fu Azari a realizzare, secondo le affermazioni di Marinetti, il primo dipinto di aeropittura, Prospettive di volo, esposto alla Biennale di Venezia nel 1926 (Stefanelli 2015: xxv). Nel 1922 Azari conobbe numerosi artisti, fra cui Fortunato Depero, con cui iniziò una lunga collaborazione artistica e un rapporto di amicizia. Con la collaborazione di Depero, chiusa la S.I.A.C., nel 1923 Azari fondò la sua Casa d’Arte specializzata nella compravendita di opere di artisti futuristi, che nel 1927 prese il nome di “Dinamo-Azari”. Nel 1924 divenne, per volontà di Marinetti, Primo Segretario nazionale del movimento futurista e nello stesso anno pubblicò il suo secondo manifesto, La flora futurista ed equivalenti plastici di odori artificiali. Altri due manifesti a sua firma, Per una società di protezione delle macchine e Vita simultanea futurista, uscirono nel 1927. Nello stesso anno stampò il celebre volume Depero futurista, noto come “libro imbullonato” per la particolare rilegatura delle pagine con due bulloni di metallo. Nonostante la malattia nervosa, riuscì a portare a termine la sua collaborazione con Marinetti per il Primo dizionario aereo italiano, che uscì l’anno prima della morte, avvenuta nel gennaio 1930.

Storia

Le notizie biografiche e sulle attività di Azari si ricavano, in particolare, da Collarile 1992 e Collarile 2001 e dalla tesi di laurea di Testa [s. a.] (cfr. anche Stefanelli 2015: xxiv-xxviii, e il profilo dell’autore in Marinetti-Azari 2018: 16-24).
Figlio di Quintino, ispettore delle Regie Poste, e di Maria Milani, Fedele Azari nacque a Pallanza, sul lago Maggiore, l’8 febbraio 1895. Trasferitosi a Torino per frequentare l’Università di Giurisprudenza, entrò in contatto con gli esponenti del Futurismo, aderendo al movimento nel 1912. Un ricordo di Azari si deve all’amico Fortunato Depero, che donò all’aviatore un dipinto (Ritratto dell’Aviatore Azari), corredandolo di questa intensa descrizione: «Da una parte è uomo aviatore, un essere completamente costruito di spazio azzurro e come scaturito dal vortice dell’aeroplano che volteggia sopra di lui. Ma non per questo incorporeo, anzi il materiale spaziale che lo costituisce interamente, dagli occhiali alla giacca di pilota, è solido e riflettente come la tuta metallica di un moderno astronauta. Unico vezzo per questo uomo extraterrestre è una bianca sigaretta ultraterrena tra le dita. Accanto a lui l’Azari cittadino, elegantissimo, dai capelli impomatati, intento a conversare con una figura femminile bruna e sensuale con il cuore facile preda dello sguardo profondo di questo uomo affascinante» (il passo si legge in Testa [s. a.] ed è citato da Stefanelli 2015: xxv, nota 47). Sul finire degli anni 20, Azari cominciò ad essere afflitto da disturbi nervosi che lo costrinsero ad abbandonare quasi tutte le attività e a trasferirsi dai genitori a Pallanza, dove morì, durante un ricovero in manicomio, il 25 gennaio 1930.

Opere collegate
  • Primo dizionario aereo italiano (1929) VEDI
    Autore
Questo sito è stato realizzato ed è ospitato dal Laboratorio di Informatica Umanistica del DILEF – Università degli studi di Firenze