Il Dizionario militare viene pubblicato per la prima volta a Torino nel 1863 presso la Tipografia V. Vercellino. L’opera, dedicata a Vittorio Emanuele II, nasce nel pieno del fervore post-unitario, con l’evidente intento di dotare il nuovo Stato di uno strumento terminologico ufficiale per le forze armate.
Gregorio Carbone trae le competenze necessarie dall’esperienza consolidata con il Dizionario d’artiglieria, realizzato in collaborazione con Felice Arnò ed edito a Torino nel 1835 presso Ceresole e Panizza. L’opera del 1863 può quindi essere considerata come una sorta di ampliamento del precedente progetto lessicografico specialistico militare.
Contrariamente ad altri repertori militari ottocenteschi (come Grassi 1817 e Ballerini 1824), il Dizionario di Carbone non godette di riduzioni o ristampe.
Nonostante la sua importanza ideologica e linguistica nel contesto post-unitario, il Dizionario militare ha avuto, all’epoca della sua pubblicazione, una diffusione piuttosto limitata. Allo stesso modo, anche oggi la sua presenza sul territorio nazionale è di modesto rilievo, e nei cataloghi delle biblioteche nazionali, comunali e universitarie il titolo del Dizionario emerge solo sporadicamente.
La limitata diffusione del Dizionario non ha pregiudicato l’interesse che esso suscita attualmente in àmbito scientifico e professionale: al netto della sua relativa rarità, infatti, l’opera è citata con frequenza nelle ricerche sulla terminologia militare (per es. Biffi 2011: 159-161, Del Negro 2014: 28-29), a testimonianza del suo rilievo nel contesto della standardizzazione del linguaggio militare nazionale post-unitario.
Il frontespizio del Dizionario fornisce alcune indicazioni essenziali per comprendere la natura e la destinazione del lavoro: vi si legge infatti la dedica esplicita a Vittorio Emanuele II, che qualifica immediatamente l’opera come parte integrante di un progetto di costruzione dello Stato unitario anche sul piano linguistico e istituzionale.
La prefazione, di ampio respiro e articolata secondo un registro che alterna dichiarazioni di metodo a istanze ideologiche, consente di ricostruire le intenzioni dell’autore. L’obiettivo primario dell’opera è di fornire uno strumento utile agli ufficiali e ai funzionari dell’esercito, capace di orientare l’uso della terminologia militare secondo criteri di coerenza linguistica, uniformità concettuale e corrispondenza con la realtà normativa del nuovo Regno. L’autore si dichiara consapevole del valore politico dell’impresa, tanto da insistere sulla necessità di una lingua tecnica che rispecchi l’identità italiana, prendendo le distanze dal predominio francese nel settore («La lingua militare francese, diventata la più perfetta di tutte, assai debbe all'italiana; questa a quella servì di modello»; cfr. Carbone 1863: VII).
All’indice dei «regi decreti e regolamenti consultati» fa seguito l’indice degli autori e l’indice delle voci. A conclusione dell’opera si trova un «indice alfabetico delle parole italiane di questo dizionario colle equivalenti francesi e tedesche».
L’opera si presenta come repertorio specializzato nel settore militare in senso lato, comprendente la terminologia tattica, la logistica, le armi, le fortificazioni, i regolamenti e concetti strategico-disciplinari. Il tipo di lingua preso in esame è pertanto uno specifico sottocodice settoriale dell’italiano tecnico, con rilevanti interferenze francesi e latine, ma filtrate attraverso una prospettiva normativa fondata sul toscano come varietà di riferimento.
L’autore rivendica un’impostazione fondata su una pluralità di fonti. Accanto ai modelli linguistici dell’italiano letterario, egli dichiara di aver attinto anche da testi di altre tradizioni geolinguistiche nonché da testi normativi e tecnici («Rispetto però ai molti vocaboli militari moderni di cotidiano uso nell’amministrazione e nel servizio della milizia mi convenne fare lo spoglio degli statuti da cui essa presentemente è retta»; cfr. Carbone 1863: XII) e da opere lessicografiche precedenti, come il Dizionario militare italiano (Grassi 1817) e il Dizionario d’artiglieria di Carbone-Arnò (1835).
L’opera è impostata come un dizionario metodico, per cui le voci sono accorpate per famiglie semantiche e sono articolate in sotto-voci; le definizioni sono accompagnate da rinvii interni, osservazioni terminologiche e comparazioni tra sinonimi.
Giuseppe Ballerini, Dizionario italiano-scientifico-militare, Napoli, tipografia Simoniana, 1824
Giuseppe Grassi, Dizionario militare italiano, Torino, Pomba e figli, 1817
AA.VV. (dir.), Enciclopedia Militare. Arte, biografia, geografia, storia, tecnica militare, Milano, Il Popolo d’Italia - Istituto Editoriale Scientifico, 1927-1933
Marco Biffi, Osservazioni sulla formazione di un lessico militare nazionale, in Storia della lingua italiana e storia dell’Italia unita: l’italiano e lo Stato nazionale, a cura di Annalisa Nesi, Silvia Morgana e Nicoletta Maraschio, Firenze, Cesati, 2011, pp. 149-161.
Piero Del Negro, La guerra e la lingua italiana nello specchio dei dizionari militari del Settecento e del primo Ottocento, in L’Italia e il «militare». Guerre, nazione e rappresentazioni dal Rinascimento alla Repubblica, a cura di Paola Bianchi e Nicola Labanca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2014, pp. 1-29.
Carla Marello, Lessico ed educazione popolare. Dizionari metodici italiani dell’’800, Roma, Armando Armando, 1980
Michele Rosi (dir.), Dizionario del Risorgimento nazionale: dalle origini a Roma capitale, Milano, Vallardi, 1930-1937
Gregorio Carbone e Felice Arnò, Dizionario d’artiglieria, Torino, Ceresole e Panizza, 1835