Antonio Jàcono

Dizionario di esotismi

(1939)


Scheda a cura di Caterina Canneti, Irene Rumine

Autore

Antonio Jàcono

Titolo

Dizionario di esotismi

Sottotitolo

Voci e locuzioni forestiere attinenti all’arte, alla letteratura, alla scienza, allo sport, all’industria, al commercio, alla banca, alla borsa, alla casa, alla pace, alla guerra; commentate a uso di ogni persona, e recate in italiano con particolare riguardo alla lingua viva. Premio della Reale Accademia d’Italia (1938)

Datazione

1939

Editore

Casa editrice Marzocco

Luogo di pubblicazione

Firenze

Tipologia testo
Nota bibliografica

Tra i saggi sul Dizionario di esotismi di Jàcono, usciti in prossimità della pubblicazione del volume, si segnala la recensione di Bruno Migliorini, in «Lingua Nostra», del 1940, il quale riconobbe il merito e il valore «normativo» del dizionario, ma ne criticò l’impianto storico-etimologico e la scelta di alcuni sinonimi (cfr. Migliorini 1940). Del Dizionario di esotismi parlò anche Ugo Ojetti sulla rubrica letteraria del «Corriere della Sera», l’8 dicembre 1940, con un articolo elogiativo del lavoro di Jàcono, a discapito del Barbaro dominio di Monelli, a cui il primo si sarebbe “ispirato” (cfr. Ojetti 1940). Tra gli studi più recenti sul Dizionario di Jàcono si ricordano quelli di Serianni 2011, di Piacentini 2016 e 2017 (ma si vedano anche la tesi di dottorato di Piacentini 2018 e la tesi di laurea di Lombardi 2011). A Jàcono e al suo dizionario fanno riferimento gli studi di Fanfani 2002 e Fanfani 2017, e altri saggi, tra cui quello di Ventura 2021.

Informazioni essenziali sulla biografia e l’attività di Antonio Jàcono si ricavano dal Curriculum vitae, datato 30 settembre 1933, che egli inviò alla Reale Accademia d’Italia, sottoponendo ad essa la sua candidatura per il “Premio di incoraggiamento” (cfr. AACF1853 1933, s.f. 4), e inoltre da Chi è? 1940. Un elenco di Opere di Antonio Jàcono, contenente quattordici titoli dal 1924 al 1939 (anche di scritti mai pubblicati), si legge in apertura del Dizionario di esotismi. Altri titoli di Jàcono, editi dal 1940 al 1948, sono stati individuati da Lombardi 2011.

Ideazione e carattere dell'opera

Negli anni 30 del Novecento, il purismo nazionalista di tradizione ottocentesca, contrario in linea di massima a ogni tipo di apporto dalle lingue straniere, acquistò nuovo vigore attraverso la politica linguistico-culturale del regime fascista, trovando spazi fino ad allora inusitati, come le pagine di quotidiani e riviste, e suscitando un largo interesse. È in questo contesto che viene ideato e realizzato il Dizionario di esotismi del giornalista Antonio Jàcono, già autore (anonimo), tra il novembre 1935 e l’aprile 1936, della rubrica linguistico-autarchica Le controsanzioni della «Domenica del Corriere». Dedicata «Agli italiani nuovi», l’opera si inserisce nel variegato filone dei repertori puristici di epoca fascista. Convinto assertore dell’«autarchia della Lingua» (Jàcono 1939: xiii), nella Premessa al dizionario Jàcono spiega apertamente che con tale opera egli intende «esortare gl’Italiani, di lingua e d’animo, a liberarsi […] da un superfluo e umiliante “consumo” di vocaboli e modi esotici», e dichiara in modo esplicito di essere anch’egli, similmente ad altri «scrittori e giornalisti illustri (puristi? neo puristi?) ai quali è affidato il cómpito di serbare intatto il genio della lingua nazionale» (come Umberto Silvagni, autore di un «libro pugnace», Il vitupèro dell’idioma, uscito nel 1938), un sostenitore di quella «bellissima forma di autarchia» (ivi: xviii-xix).

Premiato dalla Reale Accademia d’Italia, nel 1938, con un contributo finanziario di L. 1000, il Dizionario di esotismi poté essere pubblicato l’anno seguente. Il repertorio presenta, tuttavia, alcuni limiti, dovuti proprio all’urgenza di pubblicarlo nei termini previsti dalla normativa sui Premi accademici (nelle pagine del periodico «L’Italia che scrive», 22, del 1939, ad esempio, è pubblicizzata l’uscita «imminente» o «entro l’ottobre» 1939 del Dizionario di esotismi: cfr. «L’Italia che scrive» 1939: 215 e 245). Jàcono fu così costretto ad accelerare la compilazione del repertorio e a concluderlo con una certa fretta. A rivelarlo è la struttura stessa del Dizionario, che dopo il lemma Z comprende un’ampia sezione di Aggiunte al dizionario (Jàcono 1939: 425-64), raccolte evidentemente dopo che l’opera era stata stampata, e alle quali rimanda un Indice delle aggiunte al Dizionario (ivi: lvii-lxiv), posto in apertura del repertorio ad integrazione dell’Indice alfabetico (ivi: xxi-lv). Nel Dizionario sono presenti, inoltre, alcuni refusi (solo in parte corretti nell’Errata corrige, collocata in un foglio incollato fuori paginatura, in chiusura dell’opera, dove si precisa che «Altre piccole mende, pertinenti in modo particolare all’accentazione di alcune parole, il lettore vorrà correggerle da sé»). Ma, soprattutto, la rapidità con cui sono redatte alcune voci del lemmario rende ancor più evidenti le spigolature, se non addirittura i “plagi”, da altre opere lessicografiche, a cominciare dal  Barbaro dominio di Paolo Monelli (Monelli 1933) (cfr. Serianni 2011 e Piacentini 2017).

Pur difettoso per tali aspetti, dovuti ai tempi stretti di pubblicazione, il Dizionario di Jàcono si rivela essere uno strumento innovativo, sia rispetto allo stesso Barbaro dominio di Monelli e al Dizionario moderno di Panzini (cfr. Panzini 1905 e successive edizioni) – entrambi fra le fonti bibliografiche del Dizionario di esotismi (cfr. Jàcono 1939: 465-66 [Bibliografia essenziale]) –, sia rispetto ad altri lessici puristici «più dilettanteschi» (Fanfani 2017: 71) di quel tempo, come Il vitupèro dell’idioma di Silvagni. Il carattere di maggior novità del Dizionario di esotismi, presentato da Jàcono come una «guida facile e ragionata nello studiarsi di evitare ciò che maggiormente offende la nobilissima lingua della Patria» (Jàcono 1939: xx), è dato dall’essere, almeno nell’intento del suo autore, una raccolta il più possibile completa di «veri “esotismi”, diversi dai così detti “prestiti”», quindi un repertorio di voci e locuzioni forestiere (alcune migliaia) non assimilate (per esempio, abat-jour, affiche, ecc.) o male adattate (come accidentato, essere all’altezza, ecc.) al sistema fonetico e morfologico italiano. Di tali forestierismi Jàcono discute l’etimo e propone, in sostituzione, non una singola, «imperativa» forma italiana, ma una pluralità di possibili alternative, così da aprire «la via al confronto, alla riflessione, alla scelta consapevole» (ivi: xix).

Storia editoriale

Il Dizionario di esotismi di Antonio Jàcono è stato pubblicato nel 1939 in un’unica edizione, monovolume, presso la casa editrice fiorentina Marzocco. L’opportunità di pubblicare tale repertorio fu data a Jàcono da un premio bandito periodicamente dalla Reale Accademia d’Italia – la massima istituzione culturale del Regime istituita per volontà di Mussolini –, ossia il Premio di incoraggiamento annuale, previsto per ciascuna delle quattro Classi dell’Accademia, tra cui quella di Lettere. Il primo Regolamento che disciplinava la materia dei Premi di incoraggiamento fu emanato con decreto ministeriale del 10 marzo 1930 (modificato successivamente con D.M. dell’11 febbraio 1933 e D.M. dell’11 luglio 1934) e prevedeva che potessero ambire a tali premi «autori, enti ed istituti che [avessero] eseguito, ben avviato e promosso opere di particolare pregio ed importanza per la cultura e l’industria, compresa l’industria teatrale» (Cagiano De Azevedo-Gerardi 2005: xxvii-xxviii). Stabiliva poi che le domande dovevano pervenire entro il 30 novembre dell’anno precedente e che entro tale data gli accademici avevano la facoltà di segnalare per iscritto opere di particolare interesse per la cultura e l’industria, per le quali non era stata presentata domanda (cfr. ivi: xxviii). I nomi degli assegnatari dei premi erano pubblicati nel «Bollettino ufficiale» del Ministero dell’Educazione Nazionale.

Jàcono presentò in più di un’occasione la propria candidatura all’assegnazione dei Premi di incoraggiamento. Una prima volta sottopose la domanda all’Accademia d’Italia nel 1934, spedendo un plico di quattro volumi (due a stampa e due litografati) e allegando sei fogli contenenti notizie bio-bibliografiche, il proprio Curriculum vitae (datato 30 novembre 1933), elenchi di opere inedite ma pronte per la stampa (tra cui un Dizionarietto di “figure” retoriche e filosofiche), oppure in preparazione, e fogli con giudizi su due suoi volumi già pubblicati (Cajo e Tizia e Incantesimi). Motivò la richiesta scrivendo che la concessione del Premio gli avrebbe dato «modo di proseguire onorevolmente sulla via già da un decennio intrapresa» (una copia delle cc. in questione, datate 1933-1934, è conservata all’Accademia della Crusca, nel Fondo Sergio Raffaelli, per cui cfr. AACF1853 1933, s.f. 4, c. 1; gli originali si conservano nell’Archivio della Reale Accademia d’Italia, Allegati al titolo VII, Busta 7, 25, 42, per cui cfr. Cagiano De Azevedo-Gerardi 2005: 8). Jàcono non ottenne, tuttavia, per quell’anno il Premio di incoraggiamento, che gli fu assegnato solo più tardi, nel 1938 (la relativa domanda e gli allegati si trovano nell’Archivio della Reale Accademia d’Italia, Allegati al titolo VII, Busta 52, 35, 46, per cui cfr. Cagiano De Azevedo-Gerardi 2005: 54). Il sostegno finanziario della prestigiosa istituzione romana consentì al lessicografo di trovare subito un editore disposto a stampare il dizionario, che uscì infatti, col titolo di Dizionario di esotismi, alla fine di settembre 1939 a Firenze, per i tipi di Marzocco.

Diffusione e fortuna

Il Dizionario di esotismi di Antonio Jàcono è considerato tra i repertori di forestierismi più completi degli anni del Regime, e forse l’ultima opera lessicografica di quel genere degna di nota (cfr. Piacentini 2017: 307). Uno dei primi e più autorevoli recensori del Dizionario di Jàcono fu Bruno Migliorini che, nel 1940, presentò sulle colonne di «Lingua nostra» il repertorio del lessicografo comisano come un «notevole contributo alla campagna per l’eliminazione dei forestierismi della lingua» e, nel complesso, riconobbe «il merito dell’opera, che è e vuol essere innanzitutto normativa» (Migliorini 1940: 45-46). Migliorini non mancò tuttavia di segnalare, analizzando i criteri di compilazione e le scelte lessicali di Jàcono, la debolezza della parte storico-etimologica del Dizionario, in cui si trovavano etimi palesemente inverosimili (per esempio, patois è fatto discendere da patriensis, e rôder da rodere), per i quali il lessicografo sembrava essersi affidato a fonti linguistiche obsolete, senza considerare invece i più recenti dizionari etimologici tedeschi, francesi e inglesi. Il recensore notò anche come alla pluralità delle parole italiane opposte agli esotismi sarebbe stata preferibile una scelta più ridotta di sinonimi, proponendo tra essi quello di maggiore vitalità. Il giudizio di Migliorini sul Dizionario di esotismi fu comunque, nel complesso, positivo, a parte qualche disaccordo sulla sostituzione di alcuni forestierismi già ben adattati (come toboga, che Jàcono proponeva di sostituire con monoslitta) o su altre sostituzioni proposte non ritenute dal recensore abbastanza vitali (come zozza e misce al posto di cocktail), e nonostante alcune sviste (come duping per doping, ecc.) e voci straniere mancanti (nella recensione se ne segnalano diverse, da clivage a Weltanschauung, da aggiungere a una seconda, auspicata edizione del dizionario, che tuttavia non fu mai pubblicata).

Il repertorio di Jàcono fu elogiato ancor più da Ugo Ojetti, in un articolo apparso in terza pagina sul «Corriere della sera», l’8 dicembre 1940 (cfr. Ojetti 1940). Ojetti attribuiva a Jàcono, più che all’autore di Barbaro dominio, uscito nel 1933, e menzionato in apertura dell’articolo, il merito di aver raccolto migliaia di voci esotiche errate e di aver proposto per ciascuna di esse, con precisione e persuasività, altrettante e più parole italiane, sebbene voci e definizioni si trovassero già nel repertorio di Monelli, al quale Jàcono si era “ispirato” riproponendone lo stile e il modo di esporre (la reazione di Monelli alle parole di Ojetti e la conseguente discussione tra i due, che si esaurì in uno scambio di lettere private, sono ripercorse in Piacentini 2017: 309-10). Lo stile «chiaro e pacato, con una punta qua e là d’umorismo» e la grande ricchezza lessicale del Dizionario di esotismi, lodati da Ojetti nel suo articolo, favorirono comunque il successo dell’opera.

Paratesto

La prima pagina del Dizionario di esotismi, a specchio del frontespizio, riporta l’elenco delle Opere di Antonio Jàcono, in cui si leggono quattordici titoli dal 1924 al 1939, tra cui saggi e opere di carattere linguistico, come Parole nostre (Saggio di «neo-purismo» intorno a 200 esotismi dei Paesi «sanzionisti») (Milano, 1936).

Il frontespizio del volume reca, oltre ai riferimenti editoriali essenziali, ossia nome dell’autore, titolo dell’opera, luogo di edizione e casa editrice, un ampio sottotitolo (analogo a quello di opere consimili, come il dizionario di Panzini e il repertorio di Monelli), con cui si precisa il contenuto del repertorio, che registra: Voci e locuzioni forestiere attinenti all’arte, alla letteratura, alla scienza, allo sport, all’industria, al commercio, alla banca, alla borsa, alla casa, alla pace, alla guerra; commentate a uso di ogni persona, e recate in italiano con particolare riguardo alla lingua viva. Con un chiaro intento di promozione editoriale, si specifica di séguito che il volume è un Premio della Reale Accademia d’Italia (1938). Sul retro del frontespizio si può leggere la data di stampa del volume, il 30 settembre 1939. Nella pagina di fronte, è riportata la dedica del libro «Agli Italiani nuovi», che allude  ai “nuovi italiani” auspicati dal regime mussoliniano.

Nelle pagine successive, che precedono la Premessa, sono riportate citazioni di svariati scrittori e lessicografi, antichi e contemporanei, a partire dalla citazione d’apertura, tratta da Marco Aurelio Antonino: «Da Alessandro il Grammatico (appresi) il non sgridare e il non riprendere ingiuriosamente chi faccia barbarismo, o solecismo, o cattivo accozzamento di suoni, nel discorso» – citazione piuttosto singolare, che lascia intendere che la questione dei “barbarismi” affonda le radici nei tempi antichi.

Le successive citazioni servono a Jàcono ad avvalorare la sua posizione puristica in difesa della lingua nazionale contro l’elemento straniero. Più in particolare, con esse egli ripropone l’invito degli autori citati a non disprezzare la propria lingua (Dante), anzi ad amarla e difenderne la purità e la ricchezza contro la contaminazione di «merci straniere» (Foscolo). Ribadisce il senso di appartenenza del popolo alla nazione, la sua autonomia anche linguistica e «l’aborrimento di ogni vassallaggio così nel pensare come nel parlare e nello scrivere» (Gioberti), la difesa della lingua italiana «contro all’ignoranza superba […] e la barbarie dotta, e la titolata» (Tommaseo). Sollecita gli italiani a «non lasciare addietro lo studio della lingua italiana, che è […] lingua viva, lingua bellissima, ricchissima, superiore in forza, in dignità, in dolcezza, a tutte le lingue moderne» (Giusti), una lingua che «non ha nulla da invidiare e nulla da chiedere in prestito ad alcun’altra lingua europea» (D’Annunzio), che è in grado di esprimersi «senza domandare la carità delle parole alle altre nazioni» (Panzini), che «va portata e tenuta, con volontà e con decisione, sopra un piano nazionale» (Bertoni e Ugolini), che ha delle «necessità strutturali» che possono essere rispettate senza venir meno «alle esigenze della circolazione linguistica europea» (Migliorini).

Le citazioni servono anche a introdurre le successive pagine della Premessa, in cui Jàcono espone chiaramente l’intento del suo lavoro, recuperando il concetto di «autarchia della Lingua» (di cui aveva già parlato Migliorini 1937) e collocandosi, nella «questione degli esotismi o barbarismi», in una «via di mezzo» tra i due eccessi costituiti, da un lato, dai sostenitori di un «misticismo della purità della lingua» e, dall’altro, dai «linguisti di larga manica» (Jàcono 1939: xiii-xv). Individuato l’obiettivo del Dizionario nella volontà di «esortare gl’Italiani di lingua e d’animo, a liberarsi […] da un superfluo e umiliante “consumo” di vocaboli e modi esotici […] curando assiduamente di porre in atto cum grano salis quella certa autarchia»,  il lessicografo passa a spiegare la struttura del suo dizionario e gli elementi di novità che lo caratterizzano (ivi: xviii-xx). Avverte che nel Dizionario sono registrati i «veri “esotismi”, diversi dai così detti “prestiti”, in quanto che ripugnano nettamente al sistema fonetico e morfologico dell’italiano» (il Dizionario ne contiene «[q]ualche migliaio», ma si precisa che la «caccia» agli esotismi continua, invitando così gli utenti a segnalare nuove voci sfuggite al lessicografo), e avverte che dal repertorio sono stati esclusi di proposito gli esotismi di scarso uso o quelli da poco trapiantati nella lingua, dei quali perciò si vuole monitorare la vitalità. L’autore precisa poi che ad ogni forestierismo è opposta non una singola «forma nostrale», ma una pluralità di sostituzioni, «che apre la via al confronto, alla riflessione, alla scelta consapevole» (ivi: xix); e, da ultimo, che alcuni dei termini italiani proposti, che possono apparire «neologismi o vocaboli di nuovo conio», sono in realtà «voci legittime» registrate dai vocabolari e usate dai buoni scrittori. Propone, infine, il Dizionario come «una guida facile e ragionata nello studiarsi di evitare ciò che maggiormente offende la nobilissima lingua della Patria» (ivi: xx).

La Premessa è seguita da un Indice alfabetico di esotismi e sostituzioni (ivi: xxi-lv) e da un Indice delle aggiunte al Dizionario (ivi: lvii-lxvi), quest’ultimo stilato evidentemente in un secondo momento, ad integrazione del primo, quando il volume era già stato stampato. Entrambi gli Indici contengono rimandi al numero di pagina, ma risultano superflui dato che nel lemmario sono già inserite le singole voci con i rinvii interni dall’una all’altra.

In una pagina di Abbreviazioni più frequenti sono sciolte le sigle che si ritrovano nel lemmario (sono per lo più abbreviature di lingue antiche e moderne).

Nell’Avvertenza, che si legge nel retro della tavola delle abbreviazioni, sono fornite le indicazioni per la consultazione del volume. Si spiega, più precisamente, che le voci sono raggruppate «logicamente» e non di rado «per analogia morfologica o sintattica, o anche per convenienza mnemonica», senza far gran conto dell’accostamento casuale di due voci diverse tra loro, tanto che nel lemmario è possibile trovare talora, dopo una voce principale, un rinvio ad altra voce che apparentemente ha poco o nulla a che fare con la prima (per es. «Saint Moritz. – V. Adorare») (ivi: lxvi). All’ordinamento alfabetico, dunque, si sovrappone anche un criterio di ordinamento metodico, «per mantenere al libro il suo carattere discorsivo» (Migliorini 1940: 45).

Inizia, a questo punto, il Dizionario degli esotismi vero e proprio, ossia il lemmario, che si apre con à baignoire e si chiude con zwieback (Jàcono 1939: 1-423). Ma ad integrazione di questo è collocata una corposa sezione di Aggiunte al Dizionario (da à barbotage a yachtman) (ivi: 425-64), come si è detto, inserita in un momento successivo alla stampa, e che contiene rimandi al testo del Dizionario.

In chiusura del volume è posta una Bibliografia essenziale, redatta sulla falsariga di quella di altri repertori del tempo, come il Dizionario moderno di Panzini (che allora era alla settima edizione, uscita nel 1935), ma più ampia, e nella quale sono dichiarate le fonti usate da Jàcono. Tra queste compaiono, oltre ai repertori “puristici” coevi, come il dizionario di Panzini e Barbaro dominio di Monelli, i più noti vocabolari ottocenteschi della lingua italiana, come la Crusca e il Tommaseo-Bellini, i lessici “puristici” dell’Ottocento, come quello di Fanfani-Arlìa e di Rigutini; alcuni vocabolari specialistici, più o meno noti, come il dizionario della marina della Reale Accademia d’Italia e quello marinaresco di Bardesono, il dizionario del linguaggio sportivo di Bertolini, quello del mare di Bustico, il vocabolario marino e militare di Guglielmotti, il dizionario della moda di Meano; i lessici latini, come il Forcellini; i dizionari di lingua francese e naturalmente quelli etimologici della lingua italiana e delle lingue straniere, come il francese, il tedesco e l’inglese (ivi: 465-66).

In un foglio di Errata corrige, incollato fuori paginatura alla fine del volume, sono segnalati alcuni refusi presenti nel dizionario, e le relative mende.

Macrostruttura

Il Dizionario di esotismi di Jàcono registra voci e locuzioni attinenti a varie discipline e campi lessicali, come è dichiarato dal Sottotitolo dell’opera, ossia l’arte, la letteratura, la scienza, lo sport, l’industria, il commercio, la banca, la borsa, la casa, la pace, la guerra. Tali voci e locuzioni esotiche sono commentate «a uso di ogni persona», e «recate in italiano con particolare riguardo alla lingua viva». Gli esotismi inclusi nel Dizionario sono in tutto «[q]ualche migliaio» (ivi: xviii). Più precisamente, il glossario di Jàcono registra 2235 parole, di cui 2003 forestierismi nel testo e 232 lemmi aggiunti in appendice, secondo un calcolo di Piacentini (2017: 321-22). Il lemmario è dunque molto ampio, ben più ampio di quello di altri repertori coevi di forestierismi, come Barbaro dominio di Monelli, che si fermava all’analisi di 540 parole (cfr. ivi: 321). Quanto al tipo di forestierismi registrati, nella Premessa l’autore dichiara di aver preso in considerazione i «veri “esotismi”, diversi dai così detti “prestiti”», quindi voci e locuzioni non assimilate, o male adattate al sistema fonetico e morfologico italiano. Oltre ai forestierismi facilmente sostituibili, nel Dizionario sono considerati anche esotismi per i quali manca un adeguato traducente italiano e quindi considerati accettabili (come, per esempio, bar, jazz, vermut), oppure parole che hanno avuto un seguito derivativo nell’italiano (come barista da bar) (cfr. Serianni 2011: 272-73).

Le voci sono inserite in ordine alfabetico, ma, come si è detto, per mantenere il carattere discorsivo del dizionario, a tale criterio si sovrappone l’ordinamento metodico (cfr. Migliorini 1940: 45), per cui le voci sono raggruppate «logicamente» e non di rado «per analogia morfologica o sintattica, o anche per convenienza mnemonica». Ogni parola trattata all’interno di un lemma è di solito lemmatizzata con rinvio alla voce (per esempio, veilleuse, che si legge nella spiegazione del lemma abat-jour), così da garantire la circolarità del dizionario.

Per ogni voce o locuzione lemmatizzata (tranne i casi di semplice rinvio) è offerto l’etimo ed è proposta una rosa di sostituzioni italiane, spesso corredate da esempi di scrittori della tradizione o contemporanei. Un’ulteriore particolarità del Dizionario è data dal fatto che Jàcono analizza in una stessa voce un numero consistente di forestierismi, legati semanticamente o etimologicamente al lemma di partenza: elemento innovativo che conferisce al volume una certa flessibilità a livello lessicografico, ma che, d’altra parte, riduce il livello di approfondimento linguistico dei singoli forestierismi (cfr. Piacentini 2017: 322).

Nel Dizionario sono registrate le voci della «lingua viva», la maggior parte delle quali sono entrate nell’uso e si sono stabilizzate nella lingua. Si rintracciano, tuttavia, qua e là neoformazioni rare o effimere, ormai sparite dall’uso, come bille, débauche e débauché, jockey, lorgnon, ecc. (per un’analisi delle scelte lessicali di Jàcono e Monelli nei loro repertori e una verifica della vitalità nell’uso corrente degli esotismi in essi registrati, cfr. Serianni 2011: 276-82).

Struttura lemma

Per quanto attiene alla struttura dei lemmi del Dizionario di esotismi, gli esponenti sono in stampatello maiuscolo, grassetto e gli eventuali rimandi ad altre voci sono in corsivo (per esempio, «à BAIGNOIRE. – V. Décolleté»). Per i francesismi non adattati sono segnalati gli accenti tonici (delle parole italiane e degli esotismi tedeschi e inglesi non è invece data l’accentazione). Gli esotismi menzionati nelle definizioni delle voci sono in grassetto (per esempio, «Veilleuse», s.v. abat-jour).

Le definizioni delle voci, alcune piuttosto sintetiche (come arbitraggio, Brick, lingeria, mais, racertoast), altre più ampie (come bridge, fard, négligé, popeline, tranchant) o addirittura enciclopediche (come caoutchouc, chic, decollare, forgiare), si aprono con una breve ricostruzione dell’etimo della parola, a cui seguono le proposte di sinonimi italiani (in corsivo), dei quali talora si riportano attestazioni d’uso tratte dalla lingua letteraria o da autori contemporanei. La modalità di esposizione è discorsiva, come quella di altri repertori coevi (come, ancora, quello di Monelli), tanto che alcune pagine del Dizionario di Jàcono, per la natura aneddotica di alcune notizie riportate a titolo di esempio e per la punta umoristica di certe spiegazioni, si prestano ad essere lette, più che consultate (si vedano, per esempio, le voci bulldog, champagne, garconnière, granguignolesco, plaid, ecc.).

Altre definizioni lasciano emergere più direttamente un’impostazione ideologica. Si tratta delle definizioni di quelle parole il cui uso era stato disciplinato da direttive di politica linguistica, come ad esempio la voce lei, «pronome allocutivo sbagliato», in relazione al quale l’autore scrive che è stato «opportunissimo l’intervento del Governo fascista» per combatterne l’uso e sostituirlo col «rispettoso Voi – il Voi di Dante», quest’ultimo più conforme alla tradizione italiana, «alla grammatica, al buon senso alla dignità personale» (Jàcono 1939, s.v. lei). Altrimenti, il giudizio di Jàcono prende di mira il concetto veicolato da certi esotismi, come débauche, per il quale egli propone come traducenti italiani «Sregolatezza, Scostumatezza, Corruttela, Dissolutezza, Licenza, Vizio, e anche Cràpula e Gozzoviglia» (ivi, s.v. débauche; su tale lemma nel dizionario di Jàcono, cfr. Serianni 2011: 275).

Nr volumi: 1
Nr colonne: 1
Jàcono, Antonio VEDI
Autore
1900-1951

link all’Archivio digitale della Crusca, Fondo Sergio Raffaelli: https://www.adcrusca.it/detail.asp?idn=2890&IDSezione=19


Studi


  • s. n., Chi è? Dizionario degli italiani di oggi, Roma, Il Cenacolo, 1940, s. v. Jàcono Antonio.

  • Benedetta Lombardi, Il dizionario di esotismi di Antonio Jàcono, tesi di laurea discussa nel 2011, Università di Roma “La Sapienza”, relatrice Prof.ssa Valeria Della Valle.

  • Ugo Ojetti, Esotismi, «Corriere della Sera», 8 dicembre 1940: 3.

  • Luca Piacentini, «Parole nostre a casa nostra, fino all’estremo limite del possibile». Le italianizzazioni gastronomiche della Reale Accademia d’Italia (1941-1943), «Studi di Lessicografia italiana», 33 (2016): 151-86.

  • Luca Piacentini, «E sì che nel mio libro deve aver spigolato a man salva». Monelli, Jàcono e l’ipotesi di un plagio, «Studi di Lessicografia italiana», 34 (2017): 307-23.

  • Luca Piacentini, Autarchia linguistica. Profilo storico-linguistico e lessicografico delle italianizzazioni forzose (1905-1943), tesi di dottorato discussa nel 2018, Università degli Studi di Pavia, tutor Prof. Pietro Benzoni, Prof.ssa Silvia Isella.

  • Luca Serianni, Monelli, Jàcono, Silvagni: gli ultimi repertori di esotismi, in Enzo Caffarelli, Massimo Fanfani (a cura di), Lo spettacolo delle parole. Studi di storia linguistica e di onomastica in ricordo di Sergio Raffaelli, Roma, Società Editrice Romana, 2011: 269-82.

Opere dell'autore


  • Antonio Jàcono, Incantesimi, Milano, Ciclope, 1932.

  • Antonio Jàcono, Cajo e Tizia, Milano, Ciclope, 1933.

  • Antonio Jàcono, Armand Godoy, Milano, Edizioni latine, 1935.

  • Antonio Jàcono, Dizionario di esotismi. Voci e locuzioni forestiere attinenti all’arte, alla letteratura, alla scienza, allo sport, all’industria, al commercio, alla banca, alla borsa, alla casa, alla pace, alla guerra; commentate a uso di ogni persona, e recate in italiano con particolare riguardo alla lingua viva. Premio della Reale Accademia d’Italia (1938), Firenze, Casa editrice Marzocco, 1939.

  • Antonio Jàcono, Lingua italiana: grammatica per le scuole di avviamento professionale, Firenze, Marzocco, 1940.

  • Antonio Jàcono, Corso di analisi comparata per la scuola media, Firenze, Marzocco, 1940.

  • Antonio Jàcono, Ancora esotismi, «Lingua nostra», 2/1 (1940): 117-18.
    Antonio Jàcono, Emergenza, «Lingua nostra», 2/1 (1940): 143.
    Antonio Jàcono, Ancora esotismi, «Lingua nostra», 3/2 (1941): 42-3.
    Antonio Jàcono, Altri esotismi, «Lingua nostra», 3/4 (1941): 92-3.
    Antonio Jàcono, Esotismi, «Lingua nostra», 4/2 (1942): 42-5.
    Antonio Jàcono, Bow-window, «Lingua nostra», 5/1 (1943): 23.
    Antonio Jàcono, Cabestan = Argano, «Lingua nostra», 5/1 (1943): 23.
    Antonio Jàcono, Mitragliatrice, «Lingua nostra», 5/2 (1943): 41.
    Antonio Jàcono, Flan, «Lingua nostra», 5/2 (1943): 41.
    Antonio Jàcono, Pochette, «Lingua nostra», 5/1 (1943): 47.
    Antonio Jàcono, Vol-au-vent, «Lingua nostra», 5/3-4 (1943): 71.

  • Antonio Jàcono, Gli esotismi nel linguaggio dell’ingegneria e dell’architettura, «L’Ingegnere», 8 (15 agosto 1940): 609-11 (lettere D, E, F); 9 (15 settembre 1940): 686-87 (lettere F, G); 10 (15 ottobre 1940): 770-72 (lettere H, I, J, K, L, M);  11 (15 novembre 1940): 853-55 (lettere M, N, O, P); 12 (15 dicembre 1940): 949-51 (lettere P, Q, R); 1 (15 gennaio 1941): 30-2 (lettere R, S); 2 (15 febbraio 1941): 125-27 (lettera S);  3 (marzo 1941: 228-30 (lettera T);  4 (aprile 1941): 346-48 (lettere T, U, V); 5 (maggio 1941): 475-76 (lettere V, W, X, Y); 6 (giugno 1941): 583-84 (lettera Z e Aggiunte lettere A, B); 7 (luglio 1941): 651-52 (Aggiunte lettere B, C);  9 (settembre 1941): 864 (Aggiunte lettera C); 10 (ottobre 1941): 935-36 (Aggiunte lettere C, D); 11 (novembre 1941): 1000 (Aggiunta lettere D, E); 12 (dicembre 1941): 1101-03 (Aggiunte lettere E, F, G); 1 (gennaio 1942): 28 (Aggiunte lettere G, H, I); 2 (febbraio 1942): 163-64 (Aggiunte lettere J, K, L, M, N); 3 (marzo 1942): 272 (Aggiunte lettere O, P); 4 (aprile 1942): 352 (Aggiunte lettera P); 5 (maggio 1942): 467-68 (Aggiunte lettere P, Q, R, S); 6 (giugno 1942): 595-96 (Aggiunte lettere R, S); 8 (agosto 1942): 820 (Aggiunte lettera S); 11 (novembre 1942): 1164 (Aggiunte lettera S); 12 (dicembre 1942): 1320 (Aggiunte lettera S); 1 (gennaio 1943): 48 (Aggiunte lettere T, V, W); 2 (febbraio 1943): 163-64 (Aggiunte lettere W, Z e Integrazioni e correzioni lettera A); 3 (marzo 1943): 287-88 (Integrazioni e correzioni lettera A); 5 (maggio 1943): 547-48 (Integrazioni e correzioni lettera B); 6 (giugno 1943): 688 (Integrazioni e correzioni lettera B); 7 (luglio 1943): 814-16 (Integrazioni e correzioni lettere B, C); 9 (settembre 1943): 1064 (Integrazioni e correzioni lettera C); 10-11-12 (1943): 1172 (Integrazioni e correzioni lettera C); 1 (gennaio 1944): 31-2 (Integrazioni e correzioni lettere C, D); 2 (febbraio 1944): 107-8 (Integrazioni e correzioni lettera D); 3 (marzo 1944): 250 (Integrazioni e correzioni lettera E); 4 (aprile 1944): 250 (Integrazioni e correzioni lettera E); 5 (maggio 1944): 340 (Integrazioni e correzioni lettere E, F); 6-7 (giugno-luglio 1944): 412 (Integrazioni e correzioni lettera F); 8-9 (agosto-settembre 1944): 512 (Integrazioni e correzioni lettera F); 10 (ottobre 1944): 564-65 (Integrazioni e correzioni lettere F, G, H, I); 11 (novembre 1944): 644 (Integrazioni e correzioni lettere I, J, K, L); 12 (dicembre 1944): 736 (Integrazioni e correzioni lettere L, M); 1 (gennaio 1945): 8 (Integrazioni e correzioni lettera M); 2 (febbraio 1945): 92 (Integrazioni e correzioni lettera M); 7 (luglio 1945): 362-64 (Integrazioni e correzioni lettere M, N, O, P); 8 (agosto 1945): 436 (Integrazioni e correzioni lettera P); 9 (settembre 1945): 496 (Integrazioni e correzioni lettere P, R); 12 (dicembre 1945): 787-88 (Integrazioni e correzioni lettere R, S); 2 (febbraio 1946): 124 (Integrazioni e correzioni lettera S); 5 (maggio 1946): 372 (Integrazioni e correzioni lettera T); 6 (giugno 1946): 472 (Integrazioni e correzioni lettera T); 7 (luglio 1946): 553-54 (Integrazioni e correzioni lettere T, U, V, Z, e Errata-corrige riguardo alla voce flap).

  • Antonio Jàcono, Grammatica italiana per la scuola media, Firenze, Marzocco, 1941.

  • Antonio Jàcono, Lingua della nazione: testo di grammatica per la scuola media, Firenze, Marzocco, 1948.

Altro


  • Archivio dell’Accademia della Crusca, Firenze, "Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010)", serie IV. Persone, sottoserie 1. Autori e personalità, fascicolo 6. Persone (Jàc-Lis), sottofascicolo 59. Jàcono, Antonio 1 [busta 1803], 1939-1942 [scheda a cura di Irene Rumine].

    https://www.adcrusca.it/theke/schedaoggetto.asp?idgestore=4&idoggetto=30683&file_seq=1

  • Archivio dell’Accademia della Crusca, Firenze, "Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010)", serie IV. Persone, sottoserie 1. Autori e personalità, fascicolo 6. Persone (Jàc-Lis), sottofascicolo 59. Jàcono, Antonio 2 [busta 1803], 1940-1946 [scheda a cura di Irene Rumine].

    https://www.adcrusca.it/theke/schedaoggetto.asp?idgestore=4&idoggetto=30683&file_seq=1

  • Archivio dell’Accademia della Crusca, Firenze, Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010), serie V. Periodici e stampa, sottoserie 1. Periodici, fascicolo 12. FOT-MIN [busta 1820], sottofascicolo 99. «Lingua nostra», 1939-1958 [scheda a cura di Irene Rumine].

    https://www.adcrusca.it/theke/schedaoggetto.asp?idgestore=4&idoggetto=30683&file_seq=1

  • Archivio dell'Accademia della crusca, Firenze, Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010), serie VI. Allestimento “Archivio Sergio Raffaelli” (ASR), fascicolo 2. Testi revisione Forestierismi italiani del Novecento (FIN), 1925-1946.

    https://www.adcrusca.it/theke/schedaoggetto.asp?idgestore=4&idoggetto=30683&file_seq=1

  • Archivio dell’Accademia della Crusca, Firenze, Fondo Sergio Raffaelli (1934-2010), serie I. Politica linguistica, sottoserie 2. Reale Accademia d’Italia, fascicolo 11. Materiali preparatori e bozze dell’Archivio della Reale Accademia d’Italia [busta 1853], sottofascicolo 4. Domanda di Antonio Jacono per il Premio d'incoraggiamento 1934, 1933.

    https://www.adcrusca.it/theke/schedaoggetto.asp?idgestore=4&idoggetto=30683&file_seq=1

  • Paola Cagiano De Azevedo, Elvira Gerardi (a cura di), Reale Accademia d’Italia. Inventario dell’Archivio, Roma, Ministero per i Beni culturali e ambientali / Dipartimento per i Beni archivistici e librari / Direzione generale per gli archivi, 2005.

    https://www.lincei.it/sites/default/files/documenti/Archivio/Inventario_Reale_Accademia_d_Italia.pdf

  • Massimo Fanfani, Sulla terminologia linguistica di Migliorini, in Vincenzo Orioles (a cura di), Idee e parole. Universi concettuali e metalinguistici, Roma, Il calamo, 2002: 251-98.

  • Massimo Fanfani, L’ideologia nei vocabolari dell’epoca fascista, in Benedetta Baldi (a cura di), La delegittimazione politica nell’età contemporanea. 2. Parole nemiche: teorie, pratiche e linguaggi, Roma, Viella, 2017: 51-131.

  • «L’Italia che scrive», Roma, 1939: 215 e 245.

  • Bruno Migliorini, Autarchia linguistica, «Critica fascista», 15 dicembre 1937: 62.

  • Bruno Migliorini, rec. a Antonio Jàcono, Il «Dizionario di esotismi», Firenze, Casa ed. Marzocco, 1939, pp. LXVI-468, lire 30, «Lingua Nostra», 2/2 (1940): 45-6.

  • Paolo Monelli, Barbaro dominio, Milano, Hoepli, 1933.

  • Alfredo Panzini, Dizionario Moderno. Supplemento ai Dizionari Italiani, Milano, Hoepli, 1905.

    Per le edizioni successive, si vedano:
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno. Supplemento ai Dizionari Italiani, seconda edizione rifusa ed ampliata, Milano, Hoepli, 1908.
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno. Supplemento ai dizionari italiani, terza edizione rinnovata e aumentata, Milano, Hoepli, 1918.
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno. Supplemento ai dizionari italiani, quarta edizione rinnovata e aumentata, Milano, Hoepli, 1923.
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno. Supplemento ai dizionari italiani, quinta edizione aggiornata ed aumentata, Milano, Hoepli, 1927.
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno delle parole che non si trovano negli altri dizionari, sesta edizione interamente rinnovata, Milano, Hoepli, 1931.
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno delle parole che non si trovano negli altri dizionari, settima edizione interamente rinnovata, Milano, Hoepli, 1935.
    Alfredo Panzini, Dizionario Moderno delle parole che non si trovano nei dizionari comuni, ottava edizione, postuma, a cura di A. Schiaffini e B. Migliorini. Con un’appendice di cinquemila voci e gli elenchi dei forestierismi banditi dalla R. Accademia d’Italia, Milano, Hoepli, 1942.

  • Emanuele Ventura, “Tradurre bisogna, non tradire!”: le proposte di Icilio Bianchi in difesa della Lingua italiana (1939-1940), «Italiano LinguaDue», 2 (2021): 354-76.

Scheda a cura di

Scheda a cura di
Caterina Canneti, Irene Rumine
Ultima modifica
28/07/2025
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