Le notizie sulle attività e la bibliografia di Antonio Jàcono si ricavano anch’esse, innanzitutto, dal Cv del 30 novembre 1933, e inoltre dall’elenco di Opere di Antonio Jàcono, posto in apertura del Dizionario di esotismi.
Scrittore «di non arrendevole natura e di austeri intendimenti», come egli stesso si descrive nel Cv, Jàcono fu giornalista, linguista, lessicografo e autore di scritti saggistici, narrativi, teatrali, lirici. Un elenco di opere anteriori al 1933, solo in parte edite, è stato stilato da Jàcono nel richiamato Cv, dove si legge: «Per sei anni (1924-1930) fu redattore de L’Illustrazione Italiana (Fratelli Treves, Editori - Milano). / Collaborò successivamente a giornali e periodici importanti, sempre alieno dallo strafare, dall’arrivar presto, dall’incantar il volgo, dal lavorare di gomita sulle costole altrui; la quale cosa gli valse la taccia, a volta, di timido e, a volta, di caparbio. Ma egli non fu e non è né l’uno né l’altro. È scrittore di non arrendevole natura e di austeri intendimenti. / Poiché il responso frenologico e quello chiromantico gli furon fausti, egli rifuggì sempre da ogni forma di accattonaggio letterario. / Fra i suoi scritti di maggior conto vanno segnalati: L. A. Muratori e il teatro italiano; Necropoli pagane; Pittori dell’800; Il poeta delle Grazie; La satira fescennina; Arte e pensiero dell’India antica; Giovenale e le donne; L’industria del cervello; Uta; senza contare gli articoli di critica, le liriche, i racconti, le recensioni. / Sul conto suo, si espressero favorevolmente: Alfredo Baccelli, Antonio Baldini, Francesco Chiesa, Lucio d’Ambra, Federico De Maria, Vincenzo Errante, Angelo Josia, Guido Mazzoni, Enrico Pappacena, Lorenzo Vigo-Fazio, Paolo Vita-Finzi e altri. / Sue recenti pubblicazioni in volume, sono: INCANTESIMI – Poesie – 1932. Ciclope, Milano. / CAJO E TIZIA – Romanzo – 1933, Ciclope, Milano» (cfr. AACF1853 1933, s.f. 4, c. 2).
Tra le opere già pubblicate nel 1933 – i «volumi che si spediscono a parte» (cfr. AACF1853 1933, s.f. 4, c. 3) – vi sono: Incantesimi, «Liriche composte dal 1924 al 1928» (cfr. Jàcono 1932); Cajo e Tizia, «Romanzo o commedia - Saggio di “contaminatio” tra forma narrativa e forma drammatica» (cfr. Jàcono 1933); Il regno più grande, «Romanzo – Arduo tema – Un uomo moderno di alta spiritualità fonda il proprio regno su una terra smossa di fresco»; La torre dei ricordi, «[r]acconti inediti, dall’ambiguo sapore tra dolce e a[g]ro».
Sono invece «manoscritti pronti per la stampa» (che, come si legge ancora nel Cv, l’autore «non h[a] potuto far dattilografare per penuria di peculio»): La vita eccentrica, «(Studi di nudo) - Trattato intorno alla “posa”, considerata quale morbo sociale a carattere epidemico, che affligge l’umanità da Deucalione e Pirra in poi. Forma perspicua e stile quanto mai agile. In capo al libro, dice Machiavello: “...gli uomini si compiacciono tanto nelle cose loro proprie ed in modo vi si ingannano, che con difficoltà si difendono da questa peste”»; Dizionarietto di “figure” retoriche e filosofiche, «(Indocti discant, ament meminisse periti)»; Tempo di fioritura, «Liriche composte dal 1929 al 1933»; Giovenale - La VI satira, «(Le donne) recata in moderna prosa italiana con un preambolo e alcune note (“…giova notare che precipuo tra gli scopi prefissici fu quello di offrire ai meno cólti lettori un Giovenale, diciamo, accessibile; ché il Satirico d’Aquino fu quasi sempre un poeta riservato alle persone cólte, epperò impopolare”. - (Dal preambolo.)» (cfr. ivi, c. 4).
Nel 1933 erano, inoltre, in preparazione i volumi Grandi umoristi e satirici italiani, Estetica antica e moderna «(130 quadri sinottici)», e Pöe «(Vita)» (cfr. ivi, c. 5).
I giudizi positivi allegati al Cv (sono quelli sul romanzo-commedia Cajo e Tizia (Milano, Ciclope, 1933), da parte di Lucio D’Ambra, Mario Quaglia, Carmelo Jacona, E. G. Campochiaro - L’unione, Rivista italiana di coltura e d’arte, La coltura e il libro - Milano, Laurent Vigo-Fazio - Le reveil italien, Fiamma italica - Milano, Vincenzo De Simone, Fiamma italica - Milano, Angelo Josia - Corriere padano, e i giudizi sulla raccolta di poesie Incantesimi (Milano, Ciclope, 1932), del sen. Alfredo Baccelli, del sen. Guido Mazzoni, di Vincenzo Errante, Luigi Russo Tammeo, Francesco Chiesa, Enrico Pappacena, Santi Sottile Tomaselli, Federico De Maria, Giuseppe Cartella Gelardi, Mario Quaglia (cfr. ivi, cc. 6-8).
Solo alcune delle opere menzionate da Jàcono nel Cv, dunque, furono effettivamente pubblicate. Gran parte di quelle elencate, invece, rimasero manoscritte o furono solo progettate dallo scrittore. Un elenco di opere di Jàcono, dal 1924 al 1939, è collocato in apertura del Dizionario, nella pagina a specchio del frontespizio: Ninyobou (Racconto orientale) (Genova, 1924); Dramma e Melodramma (Genova, 1926), La VI Satira di Giovenale (Saggio di versione in prosa con una notizia storica e un commento filologico) (Milano, 1927), Luigi Holberg e il teatro comico danese (Genova, 1930), Incantesimi (Poesie) (Milano, 1932) (Jàcono 1932), Uomo e donna (Romanzo) (Milano, 1933), Il Tasso in Francia (Roma, 1934), Armand Godoy (Critica letteraria) (Milano, 1935) (Jàcono 1935), Parole nostre (Saggio di «neo-purismo» intorno a 200 esotismi dei Paesi «sanzionisti») (Milano, 1936), Grammatica italiana della lingua viva (Firenze, 1937), Il «Coro» nel teatro antico e moderno (Roma, 1938), Dubbi di lingua (Commenti e conclusioni) (Serie annuali, 1936, 1937, 1938, 1939), Dizionario di esotismi (Firenze, 1939) (Jàcono 1939), Grammatica moderna della lingua d’Italia (Firenze, 1939). Altri testi pubblicati da Jàcono sono stati individuati da Lombardi 2011 (4-5), come ricorda anche Piacentini 2017 (307, nota 1), e sono «opere di ambito scolastico, testi di grammatica rivolti agli studenti delle scuole superiori e delle scuole medie»: Lingua italiana: grammatica per le scuole di avviamento professionale (Marzocco, Firenze, 1940) (Jàcono 1940a; una seconda edizione è stata pubblicata da Jàcono nel 1946); Corso di analisi comparata per la scuola media (Marzocco, Firenze, 1940) (Jàcono 1940b); Grammatica italiana per la scuola media (Marzocco, Firenze, 1941) (Jàcono 1941); Lingua della nazione: testo di grammatica per la scuola media (Marzocco, Firenze, 1948) (Jàcono 1948).
Jàcono fu, inoltre, scrittore attivo nelle riviste dell’epoca, soprattutto negli anni 30 e 40 del Novecento. A lui è da attribuire la rubrica Le controsanzioni, uscita su «La Domenica del Corriere» tra il 24 novembre 1935 e il 12 aprile 1936, come fa notare Fanfani 2002 (286, nota 36) sulla scorta di un’intuizione di Sergio Raffaelli (cfr. Piacentini 2018: 198, nota 1262). Sebbene il nome di Jàcono sia legato principalmente al Dizionario di esotismi, la sua attività lessicografica non si esaurì con esso. Lo scrittore continuò, infatti, a occuparsi di forestierismi in note e articoli apparsi nei primi numeri di «Lingua Nostra», dal 1940 al 1943 (cfr. Jàcono 1940-1943) (a tale collaborazione con «Lingua nostra» si fa riferimento in una lettera di Jàcono a Bruno Migliorini del 1940, conservata presso l’Accademia della Crusca, nel Fondo Migliorini, in corso di inventariazione; una copia della nota sulla voce flan è conservata in AACF1820 1939-1958, s.f. 99). Jàcono raccolse, inoltre, numerosi esotismi nel linguaggio dell’ingegneria e dell’architettura, pubblicandoli a fascicoli nell’omonima rubrica dell’«Ingegnere», dall’agosto 1940 al luglio 1946, i quali costituiscono una sorta di nuovo dizionario di forestierismi, tuttavia mai pubblicato (cfr. Jàcono 1940-1946). Una copia di tali articoli è conservata nel menzionato Fondo Sergio Raffaelli (cfr. AACF1829 1925-1946 e AACF1803 1940-1946, s.f. 59). Nello stesso Fondo sono conservate copie di altri studi di Jàcono (cfr. AACF1803 1939-1942, s.f. 58).
Alcune informazioni essenziali sulla vita di Antonio Jàcono si ricavano, innanzitutto, dal Curriculum vitae che egli inviò alla Reale Accademia d’Italia il 30 novembre 1933, allegato alla domanda del Premio di incoraggiamento per l’anno 1934 (copia del Cv è conservata tra le carte del Fondo Raffaelli, presso l’Archivio dell’Accademia della Crusca, per cui cfr. AACF1853 1933, s.f. 4).
Figlio di Nunzio e Raffaella Palumbo, Antonio Jàcono nacque a Comiso, «presso Siracusa, completo e sano, a mezzogiorno del 22 luglio 1900» (ivi: c. 2; in Chi è? 1940 è riportata invece la data del 21 luglio). «Nella puerizia fabbricò armi da fuoco. / Poi si volse alla musica e ne fu, per alcuni anni, ardentissimo cultore. / Nella prima giovinezza compose taluna non spregevole scrittura. / Compiuti nel 1923 gli studi umanistici, si votò alle lettere e presentò un lungo racconto orientale pubblicatogli dalla Editoriale Biagini di Genova nell’anno citato». Visse a Milano, in Via Moretto n. 1, e , coniugato dall’aprile del 1926 con Costanza Caprioglio, ebbe due figli maschi, i quali nel 1933 avevano rispettivamente sei e quattro anni. Fu iscritto al Partito Nazionale Fascista dal 22 ottobre 1932 (cfr. AACF1853 1933, s.f. 4, c. 2). Da altre fonti sappiamo che conseguì una laurea in Legge e una in Lettere e Filosofia, e che morì nel 1951 (cfr. Piacentini 2017: 307, n. 1).